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Ali

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Il suo richiamo fu più forte del rumore del vento fra gli alberi.

Alzai lo sguardo e lo vidi,

superbo,

con ali spiegate ad accarezzare le correnti

e giocare con loro.

Lo osservai a lungo

con occhi lucidi di lacrime non versate.

 

Mi chiesi cosa ci facessi io qui su questo suolo,

prigioniero di un luogo che non m'appartiene più,

chiuso in questo inutile corpo.

 

Implorai che mi fossero donate ali

e così volare via da qui,

lassù nel vuoto dove tutto è amore e libertà,

sentirne il soffio sulle piume

e respirarne il profumo.

 

Poi planare sul luccicante stagno della vita,

affidare al vento quell'alito d'amore

affinché lo porti fin nelle più nascoste pieghe dell'animo umano

e scivolare di nuovo fra le note del silenzio,

oltre l'orizzonte dell'immaginazione

e ancor più in là,

verso l'infinito...

 Franca Colozzo - 04/11/2022 00:35:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Se ali dobbiamo usare, anche se invisibili, siano quelle che ci portano oltre gli orizzonti limitati del nostro essere. Siano ali capaci di sopportare il fardello dei nostri peccati e l’inutilità di tante azioni.
Quel luccicante stagno sia onnipresente e ci illumini della sua luce nel passaggio dalla vita alla morte.
Nella tua poesia, pur aleggiando la morte, non appare come spauracchio ma come inizio di nuova vita. Ci auguriamo tutti che sia dolce e indolore ogni passaggio ad un’altra dimensione. Buonanotte, Vincenzo.

 Angelo Naclerio - 01/11/2022 23:57:00 [ leggi altri commenti di Angelo Naclerio » ]

Caro Vincenzo, talvolta in cerca del Cielo mi sento vicino ad Icaro, forse pure tu..
Vibrano forte fin sgrammaticando le ali
di questi tuoi versi oltre-frementi..
Un caro saluto

 SilviaDeAngeliss - 01/11/2022 10:48:00 [ leggi altri commenti di SilviaDeAngeliss » ]

Nuove ali per poter raggiungere una forma completa di libertà, al di fuori di qualsiasi infrastruttura, che possa impedire l’apertura totale del pensiero.Versi belli, buona giornata Vincenzo.

 Annalisa Scialpi - 01/11/2022 10:28:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]




Questa poesia mi riporta a un racconto sciamanico, potentissimo,

sull’arte di morire, riportato da Selene calloni Williams nel

suo saggio-romanzo "James Hillman e il cammino del fare anima".

Qui viene narrato il transito dalla morte alla successiva
rinascita

e c’è una scelta che il morente è tenuto a fare. Penso che viventi

e morenti lo siamo sempre, in qualsiasi momento della vita e tutti

scegliamo come vivere, se siamo consapevoli. Bravissimo Vincenzo,

le tue intuizioni sono molto profonde... un caro saluto

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